Controllo delle mosche: l’importanza di un programma
Il controllo delle mosche in allevamento è gestibile solo in un’ottica di controllo integrato, cioè basandosi su un elevato livello generale di igiene e utilizzando i prodotti insetticidi in modo mirato e selettivo
La presenza delle mosche nei moderni allevamenti è inevitabile: ciò che è evitabile è invece che il loro numero sia tale da provocare un peggioramento delle condizioni di benessere degli animali e delle condizioni igieniche in cui si producono carne o latte, senza contare che non sono poche le aziende zootecniche dove i prodotti alimentari sono anche venduti (e i consumatori sicuramente non gradiscono la presenza di mosche vicino al banco di vendita!).
E’ interessante notare come alcuni lavori sperimentali si siano concentrati non tanto su quante mosche ci fossero in allevamento o su come venissero controllate, ma sul se venissero controllate: infatti uno o più trattamenti estemporanei durante i mesi più caldi non si possono considerare una forma di controllo vera e propria, ma semplicemente un modo per ridurre la carica infestante per qualche giorno.
Ad esempio il lavoro di Nickerson e altri del 1995 ha messo in evidenza come l’incidenza delle mastiti da S. aureus nelle stalle “senza programma di controllo” delle mosche fosse mediamente del 55%, contro un 5,6% nelle stalle che applicavano un programma di controllo. Quindi nessuna valutazione su come le mosche fossero controllate, ma semplicemente se vi fosse un programma di controllo, a dimostrazione di come già il fatto che le aziende in questione fossero consapevoli dell’importanza del problema e della necessità di controllarlo fosse di per sé sufficiente a mantenere un livello igienico generale tale da ridurre l’incidenza di mastiti.
Envu con il suo Programma Mosche è consapevole del fatto che il controllo delle mosche è fattibile solo in un’ottica di controllo integrato, cioè basandosi su un elevato livello generale di igiene e utilizzando i prodotti insetticidi in modo mirato e selettivo, cioè quando e dove necessario, oltre che applicandoli nel modo in cui i prodotti stessi offrano le migliori prestazioni in fase di impiego. Il modo migliore di affrontare il problema è integrare tra di loro le diverse tecniche di controllo (igiene generale, mezzi meccanici, mezzi biologici, mezzi chimici).
Per quanto riguarda il trattamento anti-Larvale, oltre ad iniziare quando si vedono volare le prime mosche adulte (dipende dalla stagione, potrebbe essere in marzo o in aprile), è importante conoscere dove si trovano i punti di maggior sviluppo delle mosche per poter mirare il trattamento dove maggiormente necessario.
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Per quanto riguarda i trattamenti adulticidi con QuickBayt spray, bisognerebbe non fare mai affidamento esclusivamente su un solo prodotto, ma alternarlo con prodotti ad azione abbattente, come ad esempio K-Othrine Flow 7,5: l’importante è non utilizzarli entrambi per trattare le stesse aree (ad es. sulle stesse superfici), perché si rischia che ciascuno dei due prodotti interferisca sul meccanismo d’azione dell’altro. In ogni caso è indispensabile pianificare gli interventi in un’ottica di controllo integrato, evitando di superare i 5 trattamenti all’anno.
Anche la frequenza dei trattamenti non dovrebbe essere lasciata al caso: è consigliabile non effettuare più di un trattamento adulticida al mese, a meno che non sia veramente necessario, cercando di limitare i trattamenti più frequenti ai mesi più caldi, quando il ciclo delle mosche si svolge con molta rapidità e si ha una continua proliferazione di mosche adulte.
QuickBayt esca moschicida in granuli è un altro strumento importante, anche questo da utilizzare con cognizione di causa: applicare sempre fuori dalla portata degli animali e non utilizzare mai più prodotto nel necessario: i granuli vanno disposti in strato sottile, senza creare “mucchi” di granuli. Una buona alternativa è sciogliere i granuli in poca acqua (le mosche gradiscono l’alimento liquido o semi-liquido) e utilizzarli su pannelli o altre superfici disponibili.
La mission che guida Envu in tutti i suoi campi di attività è Science for a Better Life, Scienza per un Vita Migliore: e questo è valido anche per gli animali utilizzati nelle produzioni zootecniche e per chi in allevamento lavora.
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